Il Chiodo d’oro di Urbania: il Monte Cagnero riferimento geologico mondiale

Studiosi, appassionati e curiosi sono tornati a rivolgere i loro sguardi sul “Golden Spike” di Urbania (Pesaro Urbino). Il 20 ottobre 2017, infatti, quella che è una peculiarità tutta durantina ha ricevuto grandi attenzioni grazie all’iniziativa “I geositi dell’Appennino nord-marchigiano”, territorio dalla straordinaria ed unica geodiversità che si è candidato alla Rete Europea e Globale dei Geoparchi UNESCO. I partecipanti, ritrovatisi in Piazza San Cristoforo, hanno raggiunto le Cave di Ca' Madonna salendo al geosito di Monte Cagnero fino al Chiodo d'oro, piantato lo scorso 13 maggio nel corso di una cerimonia ufficiale che aveva sancito l’ingresso di Urbania tra i 68 riferimenti geologici mondiali.

 

Il Chiodo d’oro: cos’è?

Il Chiodo d’oro indica il limite fisico esatto tra due strati che mettono in contatto, con continuità stratigrafica, rocce di età differenti: il tutto a coronamento degli studi dell’Università di Urbino "Carlo Bo", approvati dalla International Commission on Stratigraphy (ICS) e ratificati dall’International Union of Geological Sciences (IUGS).

L’ascesa al Monte Cagnero si inseriva nell’ambito delle iniziative previste per la 5. edizione della “Settimana del pianeta Terra”, il festival scientifico che dal 2012 coinvolge tutta l'Italia per diffondere la cultura scientifica e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle geoscienze e della cura del pianeta.

Tanto è piccolo il chiodo dorato di Urbania quanto è grande il suo valore scientifico, essendo l’espressione fisica del limite fra i piani cronostratigrafici del Rupeliano e del Cattiano, datato esattamente a 27,82 milioni di anni fa. Rocce, quindi, che raccontano un periodo particolare, lontano nel tempo e dalla comprensione di molti di noi: non ancora Appennino, ma un antico mare oligocenico ricco di microrganismi dal guscio calcareo.

 

La riscoperta della geologia

In sede di presentazione della “Settimana del pianeta Terra” il professor Silvio Seno, docente di geologia all'Università di Pavia e co-responsabile della manifestazione, aveva sottolineato: «In tutta Italia la settimana del pianeta Terra – le sue parole ad Askanews – offre un po' di tutto. Dalle visite ai musei a un mix di arte, scienza e anche enogastronomia con prodotti che comunque condizionati dall'ambiente naturale, unendo quindi pillole di cibo a pillole di scienza»

Passeggiate nei centri urbani e storici, nei parchi naturali e sui vulcani, laboratori didattici e sperimentali per i più giovani, per un totale di 204 eventi in 172 località, coinvolgendo oltre 600 divulgatori scientifici e 126 associazioni scientifiche e culturali. Il tutto per far capire e apprezzare la scienza, facendo entusiasmare e appassionare soprattutto i giovani.

«I giovani sono molto interessati a questo modo di promuovere le geoscienze – le parole di Rodolfo Coccioni, docente di Paleontologia all'Università di Urbino – Soprattutto abbiamo notato una richiesta di persone comuni, che non si occupano giornalmente di scienze geologiche, che vogliono capire, comprendere e allo stesso tempo divertirsi guardando la geologia più da vicino»

 

Contributo realizzato da Delta Gamma Comunicazioni

16/11/2017